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Città. Monumento. Territorio.
Fotografie di Giovanni Cecchinato
A cura di Riccardo Caldura
Casa Bossi dal 29 settembre al 3 novembre.
Inaugurazione:
sabato 28 settembre, ore 18,00
venerdì: dalle 15,00 alle 19,00
sabato e domenica: dalle 10,00 alle 12,00 e dalle 15,00 alle 19,00
Con l’ampia personale del fotografo veneziano Giovanni Cecchinato si arricchisce la stagione autunnale delle mostre a casa Bossi. L’esposizione nasce in collaborazione con l’Ordine degli Architetti Pianificatori Paesaggisti e Conservatori delle province di Novara e Verbano-Cusio-Ossola, e nella cornice della attività previste per la quarta edizione del Festival NovarArchitettura 2019, sezione “Oltrearchitettura”. Tre i temi che strutturano il percorso espositivo fra le sette stanze auliche al primo piano della ex-residenza novarese. La rilettura del tessuto urbano della terraferma veneziana che ha motivato la personale al Centro Candiani di Mestre nel 2015 , Evolutio Visio. Sulle orme di Gabriele Basilico, riprendeva una quindicina d’anni dopo, l’ampio lavoro sull’entroterra veneto proposto dal grande fotografo milanese, nel 2001. L’intento era quello di ripercorrere i medesimi luoghi della ricognizione svolta da Basilico (mostra esposta nel 2013 anche a Casa Bossi) e registrare gli eventuali cambiamenti avvenuti nel tessuto urbano. La città dunque pensata come un organismo che muta, che cambia, anche nel giro di pochi anni, dove i nuclei di permanenza, quelli legati alla storia della città con la loro funzione identitaria, sono ridefiniti dai nuovi interventi, e soprattutto dalle nuove polarità periurbane che stanno cambiando il modo stesso di frequentare la città. Eugenio Turri in un suo celebre studio, pubblicato da Marsilio nel 2000, parlava di megalopoli padana per indicare lo spazio che si distendeva senza soluzioni di continuità fra le Alpi e gli Appennini, soggetto a profonde trasformazioni produttive e paesaggistiche. La fotografia è stata, ed è tuttora, uno strumento fra i più efficaci per visualizzare i cambiamenti urbanistici e territoriali. Il caso della terraferma veneziana riguarda uno dei poli urbani della megalopoli, dove più marcate sono state le modificazioni, pur non essendo certo l’unico. Il lavoro di Cecchinato si propone, ed è questo aspetto forse di maggior rilievo oltre che all’indubbia qualità delle immagini, come un originale approccio metodologico sul tessuto spazio-temporale della città.
Il secondo tema proposto riguarda il senso contemporaneo del monumento architettonico, e si concentra su uno fra gli interventi più rilevanti di un grandissimo architetto quale è stato Carlo Scarpa: la Tomba Brion a San Vito di Altivole, in provincia di Treviso. Si tratta di un complesso monumento funerario dedicato ad uno degli imprenditori italiani di punta negli anni del boom, Giuseppe Brion, fondatore di Brionvega, scomparso nel 1968 non ancora sessantenne. Le fotografie di Cecchinato (commissionate dall’Assessorato alla Cultura del comune di Altivole), ripercorrono gli spazi interni ed esterni del complesso architettonico, includendo nella visione dell’opera di Scarpa il paesaggio circostante dei Colli Asolani, con grande rispetto e sensibilità per un luogo così particolare dedicato al senso che può avere per noi il contatto fra il mondano e l’ultramondano. Le opere che saranno esposte a Casa Bossi sono state in precedenza presentate al museo “Casa Giorgione” di Castelfranco Veneto e alla Galleria Civica “Vittorio Emanuele II” di Vittorio Veneto. Il terzo tema è dedicato al territorio, e in particolare alle trasformazioni del paesaggio prealpino ed alpino, quando viene profondamente trasformato dalle grandi reti dei trasporti. La valle del fiume Piave, per secoli fondamentale via di comunicazione fra Venezia e l’Europa centrale, è stata segnata dagli interventi legati alla Statale 51 Alemagna, importante arteria moderna di collegamento fra la pianura veneta e la Germania, parzialmente sostituita dalla più recente rete autostradale (A27) su viadotto. La statale è tuttora la strada principale che attraversa il Cadore fino a Cortina d’Ampezzo e a Dobbiaco. L’indagine di Cecchinato, ultimo lavoro in ordine di tempo che il fotografo veneziano ha sviluppato, riguarda l’impatto ambientale e le trasformazioni del paesaggio quanto dei nuclei urbani minori a seguito della dismissione di tratte della statale 51, sostituite dalle nuove infrastrutture autostradali a scorrimento veloce. Nuclei residenziali che prima erano interessati al passaggio commerciale e turistico, sono venuti perdendo ogni loro funzione, e la relazione fra paesaggio ed abitare, ora soggetta a marcati fenomeni di spopolamento, si trasforma ulteriormente. Le fotografie di medio e grande formato di Cecchinato restituiscono le atmosfere sospese di quei luoghi.
Riccardo Caldura