Venerdi 28 febbraio 2014 ore 18.00 presso la sede di Confartigianato Imprese Piemonte Orientale, Via Ploto 2/c, Novara, si tiene l’incontro:
Casa Bossi Cantiere della Conoscenza – Fabbrica di Bellezza
Conosciamo meglio la Casa realizzata dall’Antonelli e il suo recupero
La partecipazione all’incontro è libera e gratuita e, per motivi organizzativi, limitata ai soli partecipanti registrati.
Il progetto Cantiere della Conoscenza / Fabbrica di Bellezza è una componente del Piano di Valorizzazione messo a punto dal Comitato d’Amore per Casa Bossi nell’ambito del programma “Novara Sistema culturale e Casa Bossi” con: Comune di Novara, Fondazione Teatro Coccia, ATL Novara, finanziato da Fondazione
Cariplo a titolo del Bando “Valorizzare le attività culturali come fattore di sviluppo delle aree urbane”, il cui avvio è previsto per la primavera del 2014.
Cantiere della Conoscenza / Fabbrica di Bellezza consiste in un’Azione di Sviluppo Economico che in sinergia con le associazioni di categoria permette a Casa Bossi di diventare un “Cantiere Formativo” per raccogliere e implementare competenze ed esperienze da riutilizzare in tutte le grandi operazioni di restauro del patrimonio architettonico e urbanistico pubblico e privato della città, in particolare quello dell’’800 e del primo ‘900. Tale operazione si integra con i previsti interventi di prima rifunzionalizzazione della Casa per rendere accessibile ed utilizzabile una parte importante dell’edificio, in primis il piano terra e gli spazi esterni. L’ambito di intervento denominato “Cantiere della conoscenza” consiste in approfondimenti scientifici, raccolta testimonianze e memorie, laboratori didattici e sviluppo relazioni
con altri punti di rigenerazione urbana. La componente invece di “Cantiere scuola” prevede: animazione e formazione dell’eccellenza artigiana, attività formative, creazione di temporary lab dell’eccellenza artigiana con momenti di proiezione e confronto anche a livello internazionale.
Secondo l’opinione corrente, tutto il fare dell’uomo – tanto quello dell’artista e dell’artigiano, che quello dell’operaio e dell’uomo politico – è prassi, cioè manifestazione di una volontà produttrice di un effetto concreto. Che l’uomo abbia sulla terra uno statuto produttivo, significherebbe allora che lo statuto della sua
abitazione sulla terra è uno statuto pratico. Noi siamo così abituati a questa considerazione unitaria di tutto il “fare” dell’uomo come prassi, che non ci rendiamo conto che esso potrebbe invece essere concepito – ed è stato concepito in altre epoche storiche – in modo diverso. I greci, a cui dobbiamo quasi tutte le categorie attraverso le quali giudichiamo noi stessi e la realtà che ci circonda, distinguevano,
infatti, chiaramente fra poiesis (poiein, pro-durre, nel senso di portare in essere) e praxis (prattein, fare, nel senso di agire). L’operazione “Cantiere della Conoscenza / Fabbrica di Bellezza” sarà quindi da interpretare ai diversi livelli e dai diversi soggetti come poiesis (ved. Giorgio Agamben, Poiesis e praxis, Capitolo ottavo de L’uomo senza contenuto. Quodlibet, 1994).